Piero Alfieri Padiglioni. Quando la vita rivela una speranza di eternità.

Piero, educatore immenso.

Piero Alfieri Padiglioni, a cui è intitolata l’associazione giovanile, nasce il 17 novembre del 1956 ad Ancona. Fin da piccolo frequenta la parrocchia “Cristo Divino Lavoratore” situata nel quartiere anconetano di Piazzale Camerino. Negli anni ’70 la parrocchia era il centro di aggregazione dei bambini e dei giovani del quartiere che davano vita a tante attività, culturali, sportive, solidali. Piero, ormai adolescente, si distingue fin da subito come il fulcro di tale fermento. E poi inizia l’attività che avrebbe portato avanti per tutta la vita: quella di catechista ed educatore degli adolescenti.


La scuola e l'Africa.

Nel frattempo si iscrive alla facoltà di Economia, prima, Giurisprudenza l’anno successivo. Dopo appena un altro anno, aggiusta il tiro e lascia gli studi in legge per frequentare i corsi di teologia per laici presso l’Istituto Teologico Marchigiano, affiliato alla Pontificia Università Lateranense. A soli 23 anni inizia la professione di insegnante di religione in alcune scuole private, finché non approda nella scuola pubblica, dove in più di vent’anni di insegnamento diventa per tutti, alunni e colleghi, un punto di riferimento. 

 

Non si faceva chiamare professore, ma si faceva affettuosamente chiamare Piero. Tutti lo cercavano: una confidenza, un consiglio, l’organizzazione di un’assemblea. L’inesauribile voglia di fare qualcosa di concreto per rendere migliore la vita degli altri lo porta per due volte in Africa, dove si dedica ad aiutare i missionari nella costruzione di un dispensario con diversi ambulatori medici destinato a garantire la necessaria assistenza sanitaria alla popolazione.

 

Sono questi i suoi sogni.

Intanto Piero conosce l’amore della sua vita, Tiziana, che porterà all’altare il 30 dicembre del 1995. Dall’amore con sua moglie nascono Andrea, nel luglio del 1997 ed Elisa, secondogenita, nata nel dicembre del 2003. Nel 2000, corona il suo percorso di fede e di servizio alla Parrocchia e al prossimo diventando diacono. Una vita, la sua, al servizio del prossimo: educatore carismatico, organizzatore instancabile, braccia e spirito spalancati ad accogliere i piccoli e grandi problemi di chiunque. Il suo “cavallo di battaglia” era il camposcuola: settimana di condivisione, riflessione e preghiera con i giovani. Attento osservatore dei giovani, si impegna per loro, collaborando con scuola, famiglie e Istituzioni. Salvare situazioni difficili, incoraggiare i giovanissimi, aiutarli nella crescita: sono questi i suoi sogni. Aveva a cuore la vita e la felicità di tutti, sempre, senza se e senza ma. 

 

"Abbracciami".
Rivivi la serata di presentazione del libro.

Alla luce dell'amore tutto diventa possibile.

Scopre di essere malato nell’agosto 2015, poco dopo la fine del camposcuola. Perde la sua battaglia terrena il 26 gennaio 2016, lasciando l’intera comunità cittadina sgomenta e disorientata. Piero continua a fare, da una “postazione privilegiata”, ciò che ha fatto per tutta la vita ad Ancona: aiutare il prossimo, sistemare piccoli e grandi problemi. Dopo la morte, il figlio Andrea, in pochi mesi dà alla luce il libro “Abbracciami”, in cui racconta la storia di suo padre. Dopo averlo portato come tesina al suo esame di maturità, nel luglio dello stesso anno, decide di stamparlo. Sarà presentato alla città il 6 dicembre al Teatro “Sperimentale” di Ancona. Con il ricavato della vendita prende vita l’associazione “Casa dei giovani Piero Alfieri”, che porta il suo nome. Un progetto pensato da Andrea e dai suoi amici, che hanno deciso di trasformare la morte in vita, diventando protagonisti delle politiche giovanili ed educative del loro territorio.